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Nipples  Are Genderless

Basta accedere a qualsiasi social network per rendersi conto che la censura viene applicata indistintamente anche ad immagini di nudo che non ne avrebbero bisogno.

La critica di cui “Nipples are Genderless” si fa portavoce vuole essere un invito a riflettere sul modo in cui i media ci abituano a percepire il corpo della Donna.

Con questo progetto intendo porre l’accento sulle contraddizioni e sull’uso indiscriminato della censura del nudo femminile sul web.

È importante fare distinzioni tra il materiale che vi è presente. Emoji, graffiti, sfocature… Quante volte celano il seno materno dal quale si nutre un neonato? Per quale motivo l’elegante ritratto di una donna nuda che racconta con sincerità la bellezza e la naturalezza del corpo femminile dovrebbe essere oscurato? Vi è forse orrore nell’organo genitale femminile? Su Instagram mi è capitato di visionare il contenuto fotografico di una madre che ha sentito l’esigenza di oscurare i capezzoli della sua neonata. Ha iniziato a sessualizzare il corpo della figlia fin da subito? La stessa madre ha anche un maschietto, la cui immagine però non ha ricevuto lo stesso trattamento di quella della sorella: perché mai?

Per CHI si censurano questi contenuti? Per i bambini? Gli stessi che vedono ogni giorno le nudità dei genitori e che le reputano normalità, quotidianità e che probabilmente si stupirebbero nel notare che altrove le stesse cose vengono nascoste?

Questo non significa che tutti dovrebbero accedere a qualsiasi materiale: i bambini devono necessariamente essere protetti da quei contenuti sessuali che ancora non sono in grado di capire ed elaborare, ma per questo esistono appositi spazi sul web e vi sono svariati modi che un adulto consapevole ha a disposizione per custodirne le chiavi d’accesso.

Questi sono solo alcuni dei tanti esempi senza veli presenti sul web, i quali, nonostante le evidenti differenze, vengono indistintamente censurati e demonizzati.

Altro elemento sul quale “Nipples are Genderless” indaga, e dal quale trae il titolo, è la percezione del capezzolo: come mai il seno viene considerato pubblicabile sui canali social solo se ne si copre il capezzolo? Dunque è quest’ultimo, e non l’intera mammella, ad essere considerato inappropriato, sconcio, indecente? Siamo certi di poter giudicare indecente l’unica parte del corpo che sia mai stata anche in grado di nutrire? E come mai il capezzolo femminile è sottoposto a censura e quello maschile no?

Mediante immagini in cui l’equilibrio tra ironia e provocazione dà vita ad un collage finalizzato alla riflessione, desidero dar corpo - un corpo di Donna - ad un argomento che non è mai stato più attuale.

Questo perché come Donna sono emotivamente e fisicamente coinvolta, e come artista ho il dovere di coinvolgere emotivamente e fisicamente chiunque altro.

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